Descrizione
Descrizione
Carlo Acutis (1991-2006) era un adolescente del nostro tempo, simile a molti altri. Impegnato nella scuola, tra gli amici, grande appassionato di personal computers. Allo stesso tempo era un grande amico di Gesù Cristo, partecipava ogni giorno all’Eucaristia e si affidava alla Vergine Maria. Morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, ha offerto la sua vita per il Papa e per la Chiesa. La sua vicenda ha suscitato profonda ammirazione da parte di chi l’ha conosciuto. Il libro nasce dal desiderio di raccontare a tutti la sua semplice e incredibile storia umana e profondamente cristiana. Nicola Gori, laureato in lingue e letterature straniere presso l’università di Firenze, collabora con la Cattedra di Letteratura spagnola della Facoltà di Lettere e Filosofia. È redattore dell’Osservatore Romano. È autore di racconti e poesie. Ha pubblicato volumi e saggi su san Paolo della Croce, san Veronica Giuliani, santa Caterina de’ Ricci, santa Caterina da Siena, santa Chiara, san Gabriele dell’Addolorata, santa M. Maddalena de’ Pazzi, Ven. M. Maddalena dell’Incarnazione, Sr. Consolata Betrone, B. Pier Giorgio Frassati, san Francesco di Sales, san Juan Bautista de la Concepción, B. Camilla Battista da Varano, Madre Mariana de San José, santa Caterina Vigri, santa Teresa de Los Andes. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato diversi volumi tra i quali ricordiamo: Amate gli ammalati. Pensieri di Don Pasquale Uva (2006), La feconda semplicità. Pensieri scelti di S. Giovanna Francesca de Chantal (2006), Tutto per la gloria di Dio. Un apostolo dell’infinita misericordia di Dio (2006). Presso la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato: La Scrittura mistica. Salita del Monte Carmelo di S. Giovanni della Croce (2004) e S. Chiara d’Assisi. Lettere (2004).
PRESENTAZIONE
Un adolescente del nostro tempo come molti altri, impegnato nella scuola, tra gli amici, grande esperto, per la sua età, di computers. Su tutto questo si è inserito il suo incontro con Gesù Cristo.
Carlo Acutis diviene un testimone del Risorto, si affida alla Vergine Maria, vive la vita di grazia e racconta ai suoi coetanei la sconvolgente esperienza con Dio.
Egli si nutre ogni giorno dell’Eucaristia. partecipa con fervore alla Santa Messa, trascorre intere ore davanti al Santissimo Sacramento. La sua esperienza e la sua maturazione cristiana testimoniano quanto siano vere le indicazioni del Santo Padre Benedetto XVI nella Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis: Il sacrificio della Messa e l’adorazione eucaristica corroborano, sostengono, sviluppano l’amore per Gesù e la disponibilità al servizio ecclesiale. Carlo ha pure una tenera devozione alla Madonna, recita fedelmente il Rosario e sentendola Madre amorosa, le dedica i suoi sacrifici come fioretti.
Questo ragazzo sociologicamente uguale ai suoi compagni di scuola, è un autentico testimone che il Vangelo può essere vissuto integralmente anche da un adolescente.
La breve esistenza, protesa alla meta dell’incontro con Cristo, è stata come una luce gettata non solo sul cammino di quanti l’hanno incrociato sulla propria strada, ma anche di tutti coloro che ne conosceranno la sua storia.
Sono più che fiducioso che questa prima biografia di Carlo Acutis curata dal dott. Nicola Gori, con la sua riconosciuta capacità descrittiva aiuterà gli adolescenti di oggi, così problematici e tanto condizionati dai mass media, a riflettere sul significato della vita e sui valori evangelici come piena realizzazione di essa.
Guardando a questo adolescente come a un loro compagno, che si è lasciato sedurre dall’amicizia per Cristo, e proprio per questo ha sperimentato una gioia più vera, i nostri ragazzi saranno messi in contatto con una esperienza di vita che nulla ha tolto alla ricchezza dei giovani anni adolescenziali, ma li ha valorizzati ancora di più.
La testimonianza evangelica del nostro Carlo non è solo di stimolo per gli adolescenti di oggi, ma provoca i parroci, i sacerdoti, gli educatori a porsi degli interrogativi sulla validità della formazione che essi danno ai ragazzi delle nostre comunità parrocchiali e come rendere questa formazione incisiva ed efficace.
PREFAZIONE
Carlo, tu sorridi ancora al di là del sole, dove gli Angeli ti hanno portato Lassù, Carlo, vedi ogni istante il Cuore di Dio. Ricordi? Parlavi, spiegavi agli amici, ai compagni di scuola, che sotto il tenue velo di pane e nel vino del calice, quando il Ministro consacra, c’è la Reale Presenza di Dio.
Quante volte hai difeso il Dio fatto uomo, Gesù? Gli occhi ti brillavano come stelle quando parlavi di Lui! Eri un bambino e avevi soltanto sette anni quando hai voluto incontrarLo.
Volevi conoscerlo subito! Ma tu, Carlo, allora non sapevi che invece era Lui che voleva abitare presto con te.
Non sapevi che Lui già ti amava così tanto che voleva che fossi tutto per Lui presto, molto presto. E così i tuoi anni sono passati in fretta, per questo eri così precoce. Hai imparato a parlare a pochi mesi, e negli anni dell’adolescenza leggevi persino i libri di ingegneria informatica dell’Università.
Ma tu, Carlo, sei stato anche veramente bambino in quell’infanzia che ti ha visto giocare con un bianco agnellino di pelo, il primo dono che hai ricevuto. E un piccolo agnello bianco ha attraversato la strada con il suo pastore il giorno che andavi a fare la Prima Comunione in un convento di clausura.
Quando il male che ti ha portato via si è rivelato, quante lacrime cocenti sono state versate da chi ti aveva come il bene più caro sulla terra!
Ma tu, quando nell’ospedale i medici ti hanno detto la verità, non hai pianto. Dentro di te, sapevi. E hai guardato tuo padre e tua madre con gli occhi asciutti, ma lo sguardo era quello dei momenti più gravi.
Hai offerto i tuoi patimenti e la vita per il Papa e per la Chiesa.
Ad Assisi sei tornato con le tue spoglie mortali nella terra di Francesco, il Santo che tanto amavi.
Eri di casa ad Assisi, ma Gesù, Carlo, era di casa nel tuo cuore!
Gli parlavi con grande tenerezza, quando facevi la Comunione, e Lui ci stava bene nel tuo cuore, veniva volentieri tutti i giorni da te e ti ascoltava, in quel misterioso silenzio che svela la Presenza di Dio.
Già sapeva, Gesù, fin da quando eri solo un bambino, che ti avrebbe chiamato con sé molto presto. Perché, Carlo, Gesù ha risposto al tuo amore puro, intatto sino all’ultimo giorno della tua esistenza.
Lo hai incantato con i tuoi occhi che brillavano come stelle, quando stavi per riceverlo nel Sacramento dell’Eucaristia.
Lo hai conquistato quando annunciavi agli amici la Buona Novella del Vangelo, e la tua voce, sonora e sicura, era come l’eco della Sua Voce.
Quando consolavi gli afflitti con parole di carità e di amore, Lui era con te, nel segreto del tuo cuore. E quando facevi l’apostolato con gli amici dubbiosi per ricondurli a Lui, il Buon Pastore che guidava i tuoi passi indicava la via certa della conversione.
La tua vita è stata breve, Carlo, secondo il tempo degli uomini. Ma i tuoi giorni sono trascorsi veloci nell’avvicendarsi di quelle missioni dello Spirito che Gesù, il tuo Maestro, ti assegnava.
Poco prima di morire hai avuto come un presentimento e il tuo viso, in quegli ultimi giorni, rifletteva già la luce arcana dell’Infinito.
Tu, Carlo, allora ti preparavi all’ultimo viaggio. Verso il Cielo.
Adesso sei lassù con la tua anima, e le tue spoglie umane riposano su quell’altura della terra di Assisi dove, sulla lapide di marmo chiaro, i tuoi amici continuano a portare i fiori.
Guardano, i tuoi amici, la Basilica di San Francesco in lontananza, e la brezza leggera del tramonto fa stormire piano le chiome degli alberi.
Sulla lapide bianca, la deposizione di Cristo mostra a tutti il dolore della Vergine con il Figlio Crocifisso in braccio. Non aveva più lacrime Maria, dopo lo strazio del Golgota.
Non ha più lacrime, Carlo, la tua famiglia, che confida nella certezza della Fede, nella promessa di Gesù, che disse ai suoi, prima di salire in Cielo: «Vado a prepararvi un posto».
Giuseppina Sciascia
INTRODUZIONE
Cosa ha da offrire alla nostra frenetica esistenza un adolescente che a soli 15 anni muore improvvisamente? Qual è il messaggio che egli ha lasciato a tutti noi nel corso della sua breve esistenza? Che cosa è rimasto impresso nel cuore di coloro che l’hanno conosciuto? Questi interrogativi si pongono alla nostra mente appena ci sintonizziamo sulla vita e sulla figura di Carlo Acutis. Il suo passaggio su questa terra è stato breve e rapido, ma ha lasciato una traccia indelebile, non solo nei suoi familiari e nei suoi amici, ma anche in tutti coloro che hanno incrociato la sua strada.
Carlo è un ragazzo dotato di una straordinaria intelligenza, e di una geniale capacità di utilizzare i computer e i programmi informatici. Come i suoi coetanei ama i cartoni animati, í film, i giochi. Gli piacciono gli animali, in casa tiene sia cani che gatti. È un ragazzo affettuoso, vuole molto bene ai genitori, trascorre del tempo insieme ai suoi nonni. Frequenta le scuole elementari e medie presso le Suore Marcelline di Milano, poi, passa al liceo classico dell’Istituto Leone XIII retto dai Gesuiti. Gli piacciono i viaggi, il mare, le conversazioni, intesse amicizia con i domestici di casa, è aperto con tutti e a tutti rivolge il saluto e la parola. Ha un carattere disponibile e solare, non ha difficoltà a parlare sia con i nobili, sia con i mendicanti che incrocia nelle strade. Nessuno è escluso dalla sua vita.
Ma che cosa caratterizza Carlo rispetto a tanti suoi coetanei? Qual è l’aspetto particolare che i suoi amici notano in lui?
Ebbene, Carlo, nel corso della sua breve esistenza ha scoperto una Persona speciale: Gesù Cristo. Fin da piccolo, l’incontro con Cristo sconvolge la sua vita. Egli trova in Lui un amico, un punto di riferimento e la ragione stessa dell’esistenza. Senza la presenza di Gesù nel suo vivere quotidiano, non si potrebbero comprendere il comportamento e il modo di essere di questo ragazzo, in tutto simile ai suoi amici, ma che conserva dentro di sé un segreto incorruttibile.
Certamente, la crescita umana e spirituale di Carlo è stata irrorata dalla linfa dell’ambiente cristiano in cui è vissuto, però non dimentichiamo che esiste il libero arbitrio e Carlo ha scelto di seguire il Signore spontaneamente, con grande entusiasmo, superando in questo anche i suoi familiari. Egli cresce in un ambiente profondamente religioso, nel quale la fede non è solo professata, ma testimoniata con le opere. Carlo è sensibile agli esempi e agli insegnamenti delle verità della fede, subito li assimila e li fa propri. In un mondo basato sull’effimero e sull’apparenza, il ragazzo si trova a testimoniare dei valori evangelici che la maggioranza sembra avere smarrito e dimenticato. Egli non ha timore di presentarsi come un’eccezione o di andare contro corrente, contro la mentalità imperante nel suo ambiente o nell’opulenta società. Sa che per seguire Cristo occorrono sacrificio e una grande umiltà. La scelta di abbracciare i precetti del Vangelo, in un ragazzo di quell’età, può sembrare eccezionale, ma ricordiamo che egli ha davanti a sé dei modelli a cui fare riferimento. Basti pensare ai pastorelli di Fatima, i Beati Giacinta e Francesco, a San Domenico Savio (1842-1857), a San Luigi Gonzaga (1568-1591), solo per ricordare alcuni dei bambini e giovani che la Chiesa ha elevato agli onori degli altari. Se poi consideriamo anche i Martiri, tra i quali S. Tarcisio, martire per l’Eucaristia, Sant’Agata e S. Agnese, il quadro è ancora più completo. Inoltre, dobbiamo constatare che spesso i bambini sono gli interlocutori privilegiati scelti da Gesù e dalla Vergine per affidare loro un messaggio rivolto a tutta la Chiesa e all’umanità. Basti pensare a S. Bernardetta Soubirous (1844-1879) a Lourdes, all’epoca delle apparizioni quattordicenne; a Melania, anche lei quattordicenne, e a Massimino, undicenne, che a La Salette videro la Vergine, oltre a Lucia di Fatima e ai suoi due cuginetti già citati. E che dire dell’infanzia spirituale di S. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo (1873-1897), la quale imposta il suo cammino ascetico scegliendo la propria Piccola Via, facendosi umile e confidente come i bambini? Di questo avviso è anche il Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II, il quale nella Lettera ai Bambini, del 13 dicembre 1994, scrive: «11 Redentore dell’umanità sembra condividere con loro la sollecitudine per gli altri: per i genitori, per i compagni e le compagne. Egli attende tanto la loro preghiera. Che potenza enorme ha la preghiera dei bambini! Essa diventa un modello per gli stessi adulti: pregare con fiducia semplice e totale vuol dire pregare come sanno pregare i bambini».
Carlo si inserisce proprio in questa miriade di piccoli che con la loro esistenza rendono gloria a Dio. La scelta del ragazzo di scommettere tutto su Cristo è coerente e non un fuoco passeggero. Egli sa benissimo che occorre un grande sforzo per mantenersi nell’amicizia con Gesù e individua due colonne fondamentali, dove attingere la forza necessaria: l’Eucaristia e la Vergine Maria. La vita di Carlo è interamente eucaristica, nel senso che non solo ama e adora profondamente il mistero del Corpo e del Sangue di Cristo, ma ne assume l’aspetto oblativo e sacrificale. Egli nutre una grande devozione per il Santissimo Sacramento, nel quale scorge la presenza di un Dio che ha voluto rimanere accanto alle sue creature. Dal mistero eucaristico impara a comprendere l’infinito amore di Gesù per l’umanità. Si sente interpellato a corrispondere a tanta dilezione da parte di Dio e cerca di ricambiare con slancio e generosità.
Il tempo trascorso in preghiera silenziosa davanti all’Eucaristia è per Carlo come una scuola d’amore, non gli basta comportarsi bene e correttamente, ma sente che deve fare di più: deve donarsi a Dio per essere utile ai fratelli. Nasce da qui il suo zelo per la salvezza delle anime. Non si limita a pregare, ma parla spesso di Gesù, di Maria, dei Novissimi e del rischio di potersi perdere. Forte è nella sua mente il pericolo che le anime corrono di smarrirsi e di non ricongiungersi con Dio. Carlo cerca di aiutare soprattutto le persone che vivono lontane da Gesù, immerse nel peccato o nell’indifferenza. Non di rado si offre, prega e ripara i peccati e le offese compiute contro l’amore divino, contro il Sacro Cuore, che vede palpitare, celato nell’Ostia consacrata. Come Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) anche lui sente dentro di sé il desiderio di condurre le anime al Cuore di Gesù.
Carlo è molto devoto del Cuore di Gesù e confida nel suo amore misericordioso, secondo le promesse rivelate alla sua discepola Santa Margherita Maria. In particolare, si comunica tutti i Primi Venerdì del mese per riparare gli oltraggi e i peccati che offendono il Cuore eucaristico. Questa sua assidua e frequente abitudine di comunicarsi alimenta il suo ardore nei confronti di Gesù e fa di lui un suo discepolo, come confermano i sacerdoti che lo hanno conosciuto.
Tanta profondità e maturità potrebbero sembrare strane per un ragazzo della sua età, ma lo Spirito gli fa bruciare le tappe. Solo noi, adesso, conosciamo il perché: la sua esistenza sarebbe stata breve e la via alla perfezione andava percorsa in poco tempo. Ma egli non si sottrae, non si tira indietro, si lascia condurre per mano, sicuro che Gesù ha scelto per lui la parte migliore che non gli verrà tolta. Sente dentro di sé la certezza di essere amato da Dio e ciò gli basta per essere a sua volta annunciatore della Misericordia divina.
Egli è apprezzato e stimato dai suoi compagni di scuola, anche se, talvolta, viene preso in giro per la sua grande devozione. Sappiamo che i ragazzi a quell’età sono vivaci ed esuberanti e, se uno non si adegua alla mentalità imperante, viene indicato come una stranezza. Invece, Carlo non è un alieno, è solo una persona consapevole di avere incontrato Gesù e per rimanergli fedele è pronto anche a sfidare l’opinione comune e le abitudini della maggioranza. Il ragazzo, quindi, non teme le critiche e gli schemi, li ha già considerati come un evento ineluttabile, da cui partire per conquistare alla causa di Cristo i suoi amici.
Se da un lato la sua grande predisposizione per l’informatica farà di lui un genio del computer, dall’altro, la sua salda fede farà di lui un campione dello spirito. I suoi compagni di scuola lo cercano per farsi insegnare ad usare al meglio il computer e lui, mentre spiega il funzionamento dei programmi e dei comandi, approfitta per dirigere il discorso verso le verità eterne, verso Dio. Non perde occasione per fare evangelizzazione e catechesi. Sa che l’esempio trascina, ma occorre anche la parola che spiega alla gente i misteri della salvezza. E i suoi amici sono concordi nel ritenere che Carlo è stato un autentico testimone di Cristo e un annunciatore del Vangelo.
Carlo ha capito che occorre un grande sforzo missionario per annunciare il Vangelo a tutte le creature.