Descrizione
Strumento indispensabile per la vita di parrocchie e comunità, contiene nella parte iniziale delle indicazioni di carattere generale, oltre ad alcune riflessioni di stampo liturgico – pastorale.
La Guida comprende infine l’agenda di tutto l’anno liturgico: in ogni giorno, assieme alle indicazioni della liturgia del giorno (messa e liturgia delle ore) secondo il calendario liturgico generale, vengono indicati le eventuali specifiche ricorrenze di ciascuna diocesi del Lazio, con le memorie dei santi del calendario particolare, oltre a eventuali ricorrenze locali come ad esempio l’istituzione di giornate diocesane particolari, o ancora gli anniversari di ingresso e ordinazione dei vescovi.
Dalla presentazione:
La vita delle nostre parrocchie è caratterizzata ancora dalla fatica e dall’impegno nel fronteggiare la pandemia, Ma la ripresa di ritmo ordinario, dopo la pausa estiva, è resa particolarmente speciale da una novità che rivitalizza l’esperienza liturgica della Chiesa italiana. La pubblicazione della terza edizione del messale, infatti, segna una fase di svolta nell’esperienza di partecipazione all’Eucaristia e nell’arte della presidenza. essa potrà essere una proficua occasione per riconsiderare lo stile della preghiera liturgica e accompagnare le comunità ad intensificare l’esperienza meravigliosa di essere commensali di Cristo al banchetto eucaristico.
Aprendo il nuovo messale avete trovato la presentazione dei vescovi italiani, che raccomando alla lettura attenta di ciascuno. È, infatti, un valido aiuto per attuare una proficua ermeneutica dello spirito sotteso al libro liturgico e racchiude alcuni criteri fondamentali per una corretta attuazione del percorso della riforma liturgica.
Forse, sfogliando il nuovo volume sorge spontanea la domanda: cosa dobbiamo fare adesso? Ho trovato la risposta nelle parole che il santo Padre Francesco rivolse ai partecipanti alla plenaria della Congregazione del Culto Divino il 14 febbraio 2019: «Sappiamo che non basta cambiare i libri liturgici per migliorare la qualità della liturgia. Fare solo questo sarebbe un inganno punto perché la vita sia veramente una lode gradita a Dio, occorre infatti cambiare il cuore».
Per noi vescovi e per i presbiteri la nuova edizione sarà una ulteriore occasione per riflettere sul compito di guide della comunità, chiamate a presiedere l’incontro con il Signore risorto, che nella celebrazione avviene mediante l’ascolto della parola, i riti, le preghiere, i segni sensibili, come ci insegna la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium.
Per i battezzati la pubblicazione del messale ribadisce la necessità del passaggio da una fede intimistica e individualista ha un’esperienza di incontro della comunità con il Risorto.
La preghiera personale avrà come fondamento la lectio delle pericopi proposte nel lezionario del giorno e la meditazione dell’eucologia, per esprimere, insieme alla celebrazione della Liturgia delle Ore, la comunione tra il singolo battezzato è tutto il popolo santo di Dio.
La nuova edizione del messale può essere un rinnovato invito a compiere un salto di qualità nella nostra vita spirituale e comunitaria. Non si tratta di cambiare questo o quell’aspetto della celebrazione, una forma, una parola, un gesto, ma di assumere l’atteggiamento dell’orante che, con le braccia alzate verso il cielo, si rivolge al Signore dice: «per la comunione al corpo e al sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo».
Così ogni giorno la comunità coltiva la comunione che è dono dello spirito, attraverso una cura delle relazioni è un ascolto contemplativo dell’altro, per costruire con tutti rapporti importanti a un amore profondo, pieno di umiltà e di rispetto, che donna senza umiliare, che non critica, non muove continuo obiezioni rinuncia l’affermazione di sé.
Abbiamo sperimentato che la partecipazione e la presidenza delle celebrazioni, purtroppo, non sono automaticamente immuni dalle malattie spirituali. Anche noi, che siamo gli amici dello Sposo, corriamo il rischio di ridurre la liturgia ha un’esperienza umana, all’opera di “addetti ai lavori”, di “laici preparati”, o possiamo scadere nell’abitudine, nella piatta monotonia, specialmente quando il ministero ci impegna a presiedere l’Eucaristia più volte nella stessa giornata.
Cambiare il libro, sostituendo l’edizione precedente con la nuova diventerebbe un semplice gesto di maquillage iturgico; invece – ne sono certo – sarà l’occasione per una più intensa preparazione spirituale alla celebrazione, per una maggiore cura verso la liturgia, perché non sia “un’esperienza per noi”, in cui agiamo secondo il nostro gusto, il nostro piacimento.
L’azione rituale è, infatti, sempre opera del popolo di Dio che, presieduto dai pastori è convocato dallo Spirito, risponde all’invito del Padre. Egli ci chiama per primo e a lui siamo chiamati a rendere lode, partecipando l’offerta della vita di Cristo.
Solo quando abbiamo incontrato il maestro è trascorso tempo con lui siamo in grado di accompagnare gli altri lungo la via che conduce a una confidenza con il Signore, a quello stare con lui, di cui ci parlano spesso i grandi santi e che trova l’apice nella liturgia.
Conservo viva nella memoria la frase che pronuncio su questo tema Papa Francesco, rispondendo a una domanda durante l’incontro con la Diocesi di Roma la sera del 14 maggio 2018. Diceva il papa: «Quando c’è la Chiesa senza popolo, ci sono questi servizi liturgici forse molto squisiti, ma senza forza: non c’è popolo di Dio». La bellezza della liturgia ci attrae perché ci mostra il volto amorevole di Dio e ci orienta tutti all’edificazione vicendevole del popolo di Dio!
Accostiamoci, dunque, allattare come alla mensa preparata con amore dal Padre per noi, consapevoli che il ministero della presidenza è servito al popolo di Dio.
Il battesimo, che fa di noi un popolo di sacerdoti, e la prova dell’amore di Dio, dono scaturito dal cuore squarciato del Figlio, prima Pasqua dei credenti, porta della nostra salvezza, inizio della vita in Cristo, Fonte dell’umanità nuova.
Il Signore sia con Voi!
Angelo Card. DE DONATIS
Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma
Presidente della Conferenza Episcopale Laziale